Gaza, Hamas ha perso i corpi di cinque ostaggi. Israele: “prendono tempo, per estendere il cessate il fuoco”. Rubio alla Knesset per la “fase 2”.

Written on 10/24/2025
Letizia Panni

Hamas ammette di aver perso le tracce di cinque ostaggi morti. Israele accusa il gruppo di ostacolare il cessate il fuoco. Rubio: “Solo il piano Trump può funzionare”.

Gaza, Hamas ha perso i corpi di cinque ostaggi. Israele: “prendono tempo, per estendere il cessate il fuoco”. Rubio alla Knesset per la “fase 2”.

Hamas avrebbe perso le tracce di cinque dei tredici ostaggi israeliani deceduti ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. A riferirlo è un funzionario israeliano, citato dal quotidiano Ynet, secondo cui il gruppo terroristico starebbe “giocando e prendendo tempo, per estendere il cessate il fuoco senza raggiungere la seconda fase dell’accordo, che richiede il disarmo”.

L’intesa attuale prevede la restituzione di tutti gli ostaggi, vivi o deceduti, come condizione per il mantenimento del cessate il fuoco. Tuttavia, sin dall’inizio dei negoziati era apparso evidente che alcuni corpi sarebbero stati difficili da recuperare nel territorio palestinese devastato dai bombardamenti.

Funzionari della difesa israeliana avrebbero comunicato al vicepresidente statunitense Vance che Hamas “può restituire i corpi di almeno dieci ostaggi”. Altre fonti ridimensionano la cifra, sottolineando che il gruppo potrebbe avere accesso solo a una parte dei resti. Intanto nella Striscia di Gaza continuano le operazioni di ricerca tra detriti e zone ancora inaccessibili.

La diplomazia americana e la “Fase 2”

Nel frattempo, cresce la pressione internazionale per l’avvio della cosiddetta “Fase 2” del piano di pace di Trump, che prevede il disarmo di Hamas e la definizione di una nuova amministrazione per Gaza.
Il segretario di Stato americano Marco Rubio, in visita a Israele, ha ribadito che “non esiste un piano B oltre a quello del presidente Trump”, spiegando che il piano in 20 punti “resta la strada migliore per garantire sicurezza e stabilità nella regione”. Rubio ha definito la missione “storica”, ammettendo che “sarà un percorso lungo, con alti e bassi, ma possiamo essere ottimisti”.

Durante gli incontri con le autorità israeliane alla Knesset, Rubio ha confermato che altri Paesi sarebbero pronti a normalizzare le relazioni con Israele, sulla scia degli Accordi di Abramo, ma solo “a fronte di un accordo regionale più ampio”. Ha inoltre escluso un coinvolgimento dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente, nella futura gestione di Gaza, sottolineando che “non ci saranno tunnel o razzi che minacceranno Israele”.

Missione europea, annessione della Cisgiorndania e tensioni in Libano

L’Eurocamera ha intanto annunciato una missione in Israele per la prossima settimana, senza però fornire dettagli “per motivi di sicurezza”. Secondo il servizio stampa del Parlamento europeo, si tratterà di “uno scambio interparlamentare regolare” con incontri alla Knesset. La deputata Lucia Annunziata, inizialmente prevista nella delegazione, ha fatto sapere di non voler partecipare dopo il recente voto della Knesset a favore dell’annessione della Cisgiordania.

Nella West Bank, intanto, la tensione resta alta. Nel villaggio di Beit Iksa, in Cisgiordania, alcuni coloni israeliani hanno aggredito contadini palestinesi impegnati nella raccolta delle olive, lanciando pietre e insulti. Le forze israeliane sono intervenute solo dopo alcuni minuti. Episodi simili continuano a ripetersi, segnalano fonti locali, nel quadro dei tentativi di espansione degli insediamenti e delle restrizioni imposte ai residenti palestinesi.

Sul fronte nord, l’esercito israeliano ha ucciso in un raid con droni Abbas Hassan Karki, capo della logistica del Fronte meridionale di Hezbollah. Secondo l’Idf, Karki era responsabile del trasferimento e dello stoccaggio di armi nel Libano meridionale, in violazione degli accordi di sicurezza tra Israele e Libano.

Ordigni inesplosi a Gaza feriscono due bambini

Un rapporto delle Nazioni Unite fotografa l’entità della distruzione nella Striscia: oltre 61 milioni di tonnellate di detriti, pari a 170 volte il peso dell’Empire State Building. Secondo il programma satellitare Unosat, il 78% degli edifici di Gaza risulta danneggiato o distrutto.
Nel frattempo, due bambini palestinesi sono rimasti gravemente feriti da un ordigno inesploso nel quartiere di al-Nasr, a Gaza City. Secondo il Gaza Center for Human Rights, sarebbero oltre 20mila gli ordigni non detonati ancora presenti nel territorio.