Rilasciati i primi sette ostaggi israeliani: l’alba più attesa. La Croce Rossa conferma, Tel Aviv in piazza per il ritorno dei rapiti

Written on 10/13/2025
Lorenzo Chiaro

Rilasciati i primi sette ostaggi israeliani nelle mani della Croce Rossa a Gaza. L’operazione, iniziata alle 7 italiane, si svolge in due fasi. Trump parla oggi alla Knesset e partecipa al summit della pace di Sharm el-Sheikh con oltre 20 leader mondiali.

Rilasciati i primi sette ostaggi israeliani: l’alba più attesa. La Croce Rossa conferma, Tel Aviv in piazza per il ritorno dei rapiti.

Le prime liberazioni all’alba

Tel Aviv, 13 ottobre 2025 – ore 7:10 italiane.

La Croce Rossa conferma che i primi sette ostaggi israeliani detenuti da Hamas sono stati consegnati questa mattina nel centro della Striscia di Gaza, a Deir al-Balah, in quello che viene definito “il giorno più atteso” da Israele e dal mondo.

La consegna avviene nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco mediato da Stati Uniti, Egitto e Qatar. L’operazione, cominciata alle 7 italiane, è articolata in due fasi: una prima tranche di ostaggi è già passata sotto la custodia del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), mentre la seconda è prevista tra le 9 e le 10 italiane.

I nomi dei primi sette liberati sono Guy Gilboa-Dalal, Alon Ohel, Omri Miran, Gali e Ziv Berman, Matan Angrest ed Eitan Mor. Tutti erano prigionieri a Gaza dal 7 ottobre 2023, giorno in cui il conflitto tra Israele e Hamas riesplose dopo gli attacchi al sud del Paese.

La Croce Rossa conferma l’avvio dello scambio

I convogli del CICR hanno raggiunto all’alba il punto di raccolta designato, scortati da osservatori e mediatori internazionali.

Dopo il passaggio di consegne, gli ostaggi vengono trasferiti alle Forze di Difesa Israeliane (IDF), che li attendono presso la base militare di Re’im, vicino al confine con Gaza.

Qui saranno sottoposti ai primi controlli medici e psicologici, prima del rientro presso le rispettive famiglie.

L’Ufficio del Primo Ministro israeliano conferma che per ogni ostaggio liberato è stato predisposto un “kit di accoglienza”, comprendente beni di prima necessità, dispositivi di comunicazione e un biglietto scritto a mano da Benjamin e Sara Netanyahu:

“A nome di tutto il popolo di Israele, bentornati. Vi abbiamo aspettato e vi abbracciamo.”

Un’emozione che attraversa Israele

Mentre le prime immagini dei convogli vengono trasmesse in diretta, “Piazza degli Ostaggi” a Tel Aviv si riempie di bandiere, fotografie e canti.

Da 737 giorni, la piazza è simbolo della mobilitazione civile per la liberazione dei rapiti. Questa mattina, migliaia di persone seguono le notizie con il fiato sospeso, in un misto di gioia e incredulità.

L’elenco dei 20 ostaggi previsti per oggi

Nella notte, l’ala militare di Hamas ha pubblicato un elenco con i 20 nomi degli ostaggi vivi previsti per la liberazione odierna.

L’elenco coincide con quello già noto alle autorità israeliane e comprende:

Bar Kuperstein, Eviatar David, Yosef Haim Ohana, Segev Kalfon, Avitan Or, Elkana Buchbot, Maxim Harkin, Nimrod Cohen, Matan Tsengauker, David Cuneo, Eitan Horn, Matan Engerst, Eitan Mor, Gali Berman, Ziv Berman, Omri Miran, Alon Ohel, Guy Gilboa-Dalal, Rom Breslavsky e Ariel Cune.

Le famiglie sono state avvertite nella notte che la liberazione sarebbe avvenuta in due fasi.

Trump in Israele: “La guerra è finita”

Nelle stesse ore, Donald Trump è atteso a Tel Aviv per incontrare il presidente israeliano Isaac Herzog e parlare alla Knesset.

Il presidente americano, principale artefice della mediazione, ha dichiarato prima della partenza dagli Stati Uniti:

“La guerra è finita. D’accordo? Lo capite? Ora comincia la pace.”

Al termine del discorso a Gerusalemme, Trump si recherà a Sharm el-Sheikh, dove aprirà insieme al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi il “Summit della pace” dedicato al futuro di Gaza.

Sono attesi oltre venti leader mondiali, tra cui il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), Emmanuel Macron, Rishi Sunak, Mohammed bin Salman e António Guterres.

Non parteciperanno né Israele né Hamas.

Durante la notte, il presidente israeliano Herzog ha annunciato che conferirà a Trump la più alta onorificenza civile israeliana “per il ruolo decisivo nel rilascio degli ostaggi e nella promozione della pace”.

L’attesa nella regione e i nodi irrisolti

Secondo fonti diplomatiche, l’accordo prevede che, in cambio del rilascio degli ostaggi, Israele liberi 250 detenuti palestinesi classificati come “prigionieri di sicurezza” e 1.700 arrestati a Gaza dall’ottobre 2023.

Il rilascio dei prigionieri avverrà solo dopo conferma ufficiale della Croce Rossa che tutti gli ostaggi vivi sono stati restituiti.

A Gaza, intanto, continuano le tensioni interne: nella notte, media locali hanno segnalato scontri tra Hamas e milizie filoisraeliane a Khan Younis, con decine di vittime.

La prospettiva del vertice di Sharm

Il vertice egiziano dovrebbe concentrarsi sulla ricostruzione della Striscia di Gaza, devastata da due anni di guerra, e sulla formazione di un nuovo comitato di transizione palestinese che escluda Hamas dal futuro governo.

Il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, ha confermato che i negoziati “più complessi” – come il disarmo del movimento islamista – saranno rinviati “a una fase successiva”.

Assente invece l’Iran, che ha respinto l’invito del Cairo. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha spiegato su X che “non è possibile dialogare con chi ha attaccato e continua a sanzionare il popolo iraniano”, riferendosi agli Stati Uniti.

Una mattina che segna la storia

Questa mattina, Israele trattiene il respiro davanti a un evento che unisce commozione, cautela e speranza.

Per la prima volta dopo due anni di guerra, sette ostaggi sono liberi, e altri potrebbero seguirli nelle prossime ore.

Le immagini della piazza gremita di Tel Aviv, dei bus della Croce Rossa che attraversano Gaza, e delle famiglie che si abbracciano rimarranno come simbolo di una giornata che, comunque vada, segna una svolta.

Come scrive Haaretz, “oggi il cielo sopra Israele e Gaza è lo stesso: carico di lacrime, ma anche di possibilità.”