Pace a Gaza: cessate il fuoco in vigore, ma Israele modifica la lista dei prigionieri da rilasciare

Written on 10/10/2025
Letizia Panni

Dopo 735 giorni di guerra, Israele e Hamas raggiungono un accordo per la tregua a Gaza. Gli ostaggi israeliani saranno liberati entro 72 ore, mentre 1.950 prigionieri palestinesi saranno rilasciati. Il valico di Rafah riapre con il coordinamento della missione italiana e il passaggio di aiuti umanitari.

Pace a Gaza: cessate il fuoco in vigore, ma Israele modifica la lista dei prigionieri da rilasciare

Mentre proseguono i negoziati di pace, il conflitto in Medio Oriente giunge al giorno 735 dal maxi attacco del 7 ottobre 2023. Le truppe israeliane si sono ritirate da Gaza dopo l’approvazione, nella notte, dell’accordo con Hamas “per la tregua e per liberare tutti gli ostaggi dalla prigionia a Gaza”. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato: Stiamo stringendo Hamas da ogni lato in vista delle prossime fasi del piano, che prevede il suo disarmo completo e la smilitarizzazione di Gaza. Se ciò sarà raggiunto in modo pacifico, tanto meglio. Se no, sarà raggiunto con la forza”.

Il cessate il fuoco è entrato immediatamente in vigore così come previsto dal documento siglato in Egitto giovedì mattina, mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato: “Lunedì o martedì ostaggi liberi”.

Rilascio ostaggi e prigionieri

Secondo l’intesa, Hamas ha 72 ore di tempo a partire dall’entrata in vigore dell’accordo per rilasciare gli ostaggi. Netanyahu ha confermato che 20 di loro sono ancora vivi, mentre 28 risultano morti. “Lavoreremo per individuare tutti gli ostaggi deceduti il più presto possibile e riportarli in Israele per la sepoltura”, ha dichiarato il primo ministro israeliano.

Israele libererà, solo dopo la consegna di tutti gli ostaggi, 250 prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo e 1.700 abitanti di Gaza detenuti dopo il tragico attacco del 7 ottobre 2023. L’esercito si ritirerà lungo la seconda linea concordata. Tuttavia, Netanyahu ha avvertito: “L’esercito rimarrà fino al completo disarmo di Hamas, altrimenti sarà di nuovo guerra”.

Modifiche alla lista dei prigionieri

Modifiche dell’ultimo minuto alla lista dei prigionieri da liberare sono state approvate dal governo israeliano. Secondo il Times of Israel, 11 prigionieri affiliati a Fatah sono stati sostituiti con 11 affiliati ad Hamas, tra cui Mahmoud Issa, detenuto dal 1993 per il suo ruolo nella morte del poliziotto israeliano Nissim Toledano.

I colloqui per la seconda fase del piano Trump, denominata “il giorno dopo”, sono stati fissati per le 13:00 ora locale. Parteciperanno il premier Netanyahu, gli inviati americani Steve Witkoff e Jared Kushner e il comandante del Comando centrale statunitense, l’ammiraglio Brad Cooper.

L’incontro definirà il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione della Striscia e l’istituzione di una task force interaraba, oltre all’arrivo di 200 soldati americani che supervisioneranno l’attuazione dell’accordo.

Da domenica 12 ottobre, circa 600 camion al giorno entreranno a Gaza da valichi alternativi a Rafah. Il passaggio di personale non sarà limitato a casi clinici gravi, ma sarà esteso a chiunque lo vorrà, previo accordo tra Israele ed Egitto.

Il leader di Hamas in esilio, Khalil Al-Hayya, ha dichiarato di aver ricevuto garanzie dagli Stati Uniti e dai mediatori sulla fine della guerra. Nonostante ciò, il governo israeliano resta spaccato al suo interno, con l’opposizione dei leader dell’estrema destra Ben Gvir e Smotrich e di altri tre ministri.

L’accordo rappresenta un primo passo verso la pace nella Striscia di Gaza, ma resta la cautela: entrambe le parti, sebbene abbiano accettato i 20 principi del piano, potrebbero aggrapparsi a cavilli durante l’attuazione pratica delle intese.