Due anni dal 7 ottobre: Israele ricorda il massacro, il mondo chiede pace. Von der Leyen: “Non dimenticheremo mai quell’orrore”

Written on 10/07/2025
Lorenzo Chiaro

Israele ricorda le vittime del 7 ottobre. Da Mattarella a Von der Leyen, da Meloni a Sánchez: unanime condanna di Hamas e appello alla pace duratura.

Due anni dal 7 ottobre: Israele ricorda il massacro, il mondo chiede pace. Von der Leyen: “Non dimenticheremo mai quell’orrore”.

Nel secondo anniversario degli attacchi terroristici del 7 ottobre 2023, Israele e la comunità internazionale si raccolgono nel ricordo delle oltre 1.250 vittime del massacro di Hamas al Nova Festival, nel deserto del Negev, e dei circa 250 ostaggi rapiti.
Due anni dopo quella che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito “una pagina turpe della storia”, il dolore per le vittime si accompagna alla speranza di una tregua tra Israele e Hamas e a un nuovo sforzo diplomatico verso la pace in Medio Oriente.

Il ricordo delle vittime: “L’incubo deve finire”

In Israele, cerimonie commemorative si sono tenute nei luoghi simbolo dell’attacco, a cominciare dal Nova Festival, teatro del massacro, dove le famiglie delle vittime hanno deposto fiori e osservato un minuto di silenzio.
Molti di loro hanno raccontato ai media internazionali che il dolore “non si è mai attenuato”, ma resta accompagnato da una richiesta concreta: la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Nel comunicato diffuso dal Forum delle famiglie degli ostaggi, si legge:

“Due anni fa le nostre vite cambiarono per sempre, quando terroristi invasero comunità, feste e basi, uccidendo, violentando e rapendo centinaia di innocenti. Ognuna di queste 48 anime è un mondo a sé, e ognuno di loro deve tornare a casa. I vivi hanno bisogno di riabilitazione e i morti meritano una sepoltura nella propria terra.”

Le famiglie hanno inoltre espresso gratitudine al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, per la sua leadership e il piano di pace rilanciato nelle ultime settimane, che secondo loro “offre nuova speranza perché quest’incubo possa finalmente finire e i nostri cari tornino a casa”.
Nella stessa nota, il Forum si rivolge direttamente al primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, affermando che dopo due anni “ha l’opportunità di porre fine a questo incubo e di raggiungere un accordo che metta fine alla guerra più lunga della nostra storia e riporti a casa tutti i 48 ostaggi”.

Von der Leyen: “Non dimenticheremo mai quell’orrore. Ora la pace è a portata di mano”

Sui social, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha espresso il cordoglio dell’Unione per le vittime e un invito alla speranza:

“Non dimenticheremo mai l’orrore degli attacchi di Hamas del 7 ottobre e il dolore che hanno causato alle vittime innocenti, alle loro famiglie e all’intero popolo israeliano. Onoriamo la loro memoria lavorando instancabilmente per la pace.”

Von der Leyen ha poi ricordato che il rilascio immediato degli ostaggi e un cessate il fuoco sono ora “a portata di mano”, richiamando il piano Trump come base di un possibile accordo globale:

“Bisogna cogliere questo momento per aprire la strada a una pace duratura, basata sulla soluzione dei due Stati.”

Le parole della leader europea arrivano in un contesto in cui Israele e Hamas si incontrano al Cairo, sotto la mediazione egiziana e qatariota, per discutere un possibile accordo di tregua a Gaza.

Mattarella: “Il 7 ottobre, una pagina turpe della storia. No a ogni forma di antisemitismo”

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato l’attacco di Hamas, definendolo senza mezzi termini “un vile atto terroristico” e “una pagina turpe della storia”.
Il Capo dello Stato ha rivolto un pensiero “ai familiari delle vittime e delle persone rapite, che vanno immediatamente liberate”, esprimendo l’auspicio che i negoziati in corso in Egitto portino a una tregua stabile.

Mattarella ha inoltre lanciato un forte monito contro il riemergere di sentimenti antisemiti in Europa e nel mondo:

“Quanto avviene a Gaza e i diversi sentimenti che suscita non possono confluire in quello ignobile dell’antisemitismo, che ha toccato punte di mostruosa atrocità nel secolo scorso e che oggi appare talvolta riaffiorare, fondandosi sull’imbecillità e diffondendo odio.”

Il presidente ha infine invitato Israele ad applicare “con pienezza le norme del diritto internazionale umanitario”, ribadendo che la legittima difesa non può tradursi in rappresaglie sproporzionate contro la popolazione civile.

Meloni: “Crimini indicibili, ma serve una pace duratura”

Alle parole del Capo dello Stato ha fatto eco la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha ricordato come il 7 ottobre resti “una delle pagine più buie della storia”.

“La violenza di Hamas ha scatenato una crisi senza precedenti in Medio Oriente, ma la reazione militare di Israele è andata oltre ogni principio di proporzionalità, e sta mietendo troppe vittime innocenti tra la popolazione civile di Gaza.”

La Premier ha rilanciato la necessità di sostenere l’opportunità offerta dal piano di pace di Trump, definendolo “una concreta possibilità di porre fine alla guerra”.
Una posizione che riflette l’equilibrio italiano: condanna assoluta del terrorismo, ma anche attenzione al dramma umanitario e all’urgenza di una soluzione diplomatica.

Sanchez: “Condannare il terrorismo, ma fermare il genocidio a Gaza”

Il presidente del governo spagnolo Pedro Sánchez ha pubblicato un messaggio su X in cui ribadisce la condanna del terrorismo “in tutte le sue forme”, ma chiede anche a Israele di interrompere la spirale di violenza.

“È un giorno per ribadire la nostra ferma condanna del terrorismo. Per chiedere l’immediato rilascio degli ostaggi israeliani. E per chiedere a Netanyahu di fermare il genocidio del popolo palestinese e aprire un corridoio umanitario.”

Sánchez ha poi ricordato che “il dialogo e il consolidamento dei due Stati sono l’unica soluzione possibile per porre fine al conflitto e raggiungere un futuro di pace in Medio Oriente”.

Le voci dal Parlamento italiano: “Pace e memoria”

Anche le istituzioni italiane hanno ricordato la ricorrenza con momenti solenni in Parlamento.
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha invitato l’Aula a un minuto di silenzio, mentre il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha parlato della necessità di “una soluzione duratura per costruire un futuro di convivenza e sicurezza per tutti”.

Dal fronte politico, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha ricordato il dolore del 7 ottobre come parte di un dramma più ampio:

“È lo stesso dolore che abbiamo rivissuto ogni giorno per le decine di migliaia di palestinesi innocenti massacrati dai crimini del governo estremista di Netanyahu, per l’incapacità di far cessare il fuoco e raggiungere un accordo che fermasse la carneficina a Gaza e restituisse gli ostaggi alle famiglie.”

Per Schlein, la chiave è una tregua immediata e il riconoscimento pieno di uno Stato palestinese libero e indipendente accanto a Israele.
Sulla stessa linea Matteo Renzi, che ha ribadito:

“Solo un accordo politico può porre fine alla barbarie. Ecco perché è giusto sostenere il piano Trump-Blair.”

Nell’Aula della Camera, durante la commemorazione, le parole più ricorrenti sono state “orrore” e “pace”, in un clima di partecipazione trasversale che ha unito maggioranza e opposizione nel ricordo delle vittime e nell’auspicio di una via diplomatica.

Un anniversario tra memoria e diplomazia

Il secondo anniversario del 7 ottobre non è solo una giornata di memoria, ma anche un momento di riflessione collettiva sulle responsabilità e le prospettive del futuro.
Mentre i negoziatori lavorano al Cairo per una tregua definitiva a Gaza, la comunità internazionale guarda con cautela ma anche con rinnovata speranza a una soluzione di lungo periodo basata sulla coesistenza pacifica di due Stati, come auspicato da più leader europei.

Israele, ferito ma determinato, onora oggi le sue vittime e rinnova la promessa di “non dimenticare mai”. Ma anche di non rinunciare — dopo due anni di sangue e paura — alla possibilità di una pace giusta e duratura.